giovedì 13 febbraio 2014

MIYAZAKI THE LAST JOURNEY (1 parte)




PREMESSA



Il 1 settembre il presidente dello Studio Ghibli Koji Toshino, invitato a Venezia per presentare "Wind Rises", dichiarò che il film sarebbe stato l'ultimo del grandissimo regista giapponese.


«Per Hayao Miyazaki The Wind Rises sarà l'ultimo film, dopo si ritirerà. Ha scelto di farlo sapere durante la Mostra di Venezia perché questo festival è uno dei luoghi da lui più amati e più importanti al mondo.
(cit. Il giornale.it)



Appresi personalmente la notizia da Takenzokensei, il giorno dopo; rimasi basito, non ci potevo credere, pensai, "il mondo ha ancora bisogno della sua straordinaria immaginazione, dove andremo a finire senza la sua poesia e creatività". Dopo un paio di giorni di sconforto decisi che anche il nostro piccolo blog avrebbe cercato di descrivere la vita e la poetica del maestro giapponese, certo senza pretesa di esaustività, ma con dedizione e umiltà, le stesse che Miyazaki metteva nelle sue straordinarie opere, fra le quali ricordiamo "Nausicaa", il cui successo aprì le porte alla creazione dello Studio Ghibli, "Totoro" che fece innamorare la grande scrittrice Ursula Le Guin, "La Principessa Mononoke" , il suo più grande capolavoro, e infine  "La Città Incantata", film che gli diede L'Oscar e la fama a livello internazionale.



L'INFANZIA, LE PRIME COLLABORAZIONI


Il piccolo Hayao nasce nel 1941 a Tokio in una famiglia di estrazione borghese; nonostante la guerra la sua infanzia corre tranquilla (cit. Wiki) . Il padre costruttore di aerei fra i quali il caccia da guerra Zero, gli trasmette la passione per gli aerei e gli apparecchi di volo in genere che saranno uno degli elementi cardine delle sue opere.


Wind Rises è una biografia romanzata dela vita di Jiro Horikoshi, l'inventore del
famoso aereo da guerra Mitsubishi A6M Zero, ma sicuramente il personaggio
del film è  ispirato anche alla figura paterna, un ingegnere che si occupò
della costruzione del caccia.


Totoro (1991)
L'esperienza dolorosa della madre malata di tubercolosi rimane alla base della creazione di alcuni suoi personaggi, basti pensare alla figura della madre di Mei in "Totoro" e a Naoko in "Wind Rises".
Nell'adolescenza scopre la passione per il disegno e l'animazione e dopo la laurea in scienze politiche conseguita nel 1963 entra a lavorare nella più grande società giapponese di produzione di cartoni animati  la Toei Doga, dove uno dei suoi primi ruoli significativi è partecipare alla stesura del finale del film di animazione "Gulliver's Travels Beyond the Moon" (1965) . Sotto la direzione del suo maestro Yasuo Otsuka si occupa anche in prima persona, dell'animazione e delle scenografie di uno dei più grandi capolavori dell'animazione giapponese "La Leggenda del principe Valiant" (1968);


La locandina della prima distribuzione nei cinema italiani


L'INCONTRO CON ISAO TAKAHATA,  LUPIN III E LA FIAT 500F 


Miyazaki e Takahata nel 1972 ai tempi della lavorazione
della prima serie di Lupin III (http://ghiblicon.blogspot.it)
La stesura del film è l'occasione dell'incontro con colui il quel sarebbe stato da lì in avanti il suo mentore e amico Isao Takahata.
La loro intensa collaborazione partorisce le opere incredibili che noi tutti ricordiamo, monumenti dell'animazione giapponese come la prima serie animata di "Lupin III" (1971, regista) e, negli anni del passaggio alla Nippon Animation (1973), "Heidi" (1974, disegnatore delle scene e del layout), nel quale è presente la sua passione per l'arte e la cultura mitteleuropea. Non si può inoltre non citare, come cifra di questo periodo artistico, la direzione di quel capolavoro che porta il nome di "Conan il ragazzo del futuro" (1978), fantastico racconto post apocalittico  tratto dal romanzo "The incredible tide" di Alexander Key.


                                                                   La opening italiana


Nel 1979 Hayao, ormai pronto per il grande salto  approda alla TMS Entertainment per dirigere il suo primo lungometraggio, secondo film in assoluto ispirato alla saga di Lupin III. Il risultato è lo splendido "Lupin e  il Castello di Cagliostro", nel quale la scena dell'inseguimento in cui appare la mitica Fiat 500F desta meraviglia e stupore anche in Steven Spielberg.


                                                          La mitica scena dell'inseguimento


Il suo amore per l'Italia ritornerà in molte altre opere (una fra tutte "Porco Rosso")  ma la sostituzione della Mercedes del Lupin di Monkey Punch con la più modesta e popolare auto italiana ci ricorda anche la sua simpatia per la classe operaia che risale ai tempi della frequentazione del sindacato studentesco all'università.
Nel 1982, sempre con la TMS in coproduzione con la Rai, Miyazaki dirige i primi sei episodi della serie "Il Fiuto di Sherlock Holmes" ma è il 1984, l'anno in cui arriva la definitiva consacrazione in Giappone. Prodotto da Takahata per lo studio Topcraft esce "Nausicaa nella Valle del Vento" ispirato ad un manga disegnato dallo stesso Miyazaki nel 1982.


La copertina del sesto volume del manga nella prima distribuzione
italiana ad opera della Granata Press. In Giappone venne distribuita da Animage
che convisse lo stesso Miyazaki a trarci un film (cit. Wiki)

Nausicaa è la prima sua opera matura, porta con se tutte le tematiche che troviamo nei film successivi, fra cui la difficile e problematica convivenza fra uomo e natura, la passione per gli apparecchi di volo e  la tematica pacifista (nonostante le polemiche che una certa critica ha volto alla sua ultima opera "Wind Rises" e che vuole vederlo come un fautore oltranzista della guerra).



                                          Questo splendido AMV che ho trovato in rete rende giustizia
                                                                                            al film d'animazione.


LA NASCITA DELLO STUDIO GHIBLI, LAPUTA IL CASTELLO NEL CIELO


Con Nausicaa Egli raggiunge un tale successo in madrepatria che con il suo fedele amico e collaboratore Isao Takahata riesce a raccogliere i fondi necessari per fondare un suo studio di animazione: lo Studio Ghibli (1985), dal nome del vento caldo del Sahara ma anche di un aereo di guerra italiano degli anni trenta. Questo evento rappresenta una svolta sia per lui che per l'animazione giapponese, da quel momento in poi egli, sopraggiunto il successo e la maturità artistica, potrà esprimere compiutamente la sua libertà e creatività compositiva in un intreccio meraviglioso e infinito di visioni e di mondi che rappresentano la cifra della sua opera. Il museo Ghibli fondato dallo stesso Miyazaki nel 1991 è la volontà di rendere in qualche modo tangibile questo universo.


                                                                                                 
 
                                             Vediamo chi di voi riconosce i personaggi in foto


Nel 1986 esce "Laputa, Il Castello nel Cielo", una magnifica opera visionaria nella quale l'amore per i "Viaggi di Gulliver" di Swift  emerge con una impressionante potenza narrativa, neanche Swift stesso aveva dato troppa importanza al mito di questa terra fluttuante nel cielo, chiamata Laputa  nei suoi stessi racconti; Miyazaki riesce a creare un universo alternativo, di fatti, di vita, di storia e di cultura; un universo in cui tutto sembra simile al nostro,  ma dove tutte le cose sono infinitamente diverse, perchè in esso si percepisce in modo potente e netto, il soffio della creatività e dell'immaginazione.



                                               Il trailer dell'uscita cinematografica italiana del 2012      


Anche Nadia e Jean ricordano molto
da vicino i protagonisti di Laputa
La storia incentrata sull'avventura di due ragazzi, la presenza di un amuleto magico, e la provenienza, celata all'inizio, di uno dei due giovani dalla terra celeste di Laputa, sono elementi che influenzeranno in modo decisivo il famoso anime "Nadia e il Mistero della Pietra Azzurra" di Hideaki Anno.
La sensazione che si prova quando si vede Laputa è di perdersi in ogni elemento di questo universo, per diventare una parte o un principio di questa inesauribile creatività per poi ritrovarsi alla fine con una nuova saggezza interiore ma anche con una certa malinconia, consapevoli di aver partecipato ad un esperienza unica, di intensa e imprevedibile comunione estatica con il mistero dell'arte e della vita. In altre parole, più semplici, è come quando ti svegli da un genere di sogno dal quale ti desti meravigliato e sudato, ancora con il battito al cuore per l'eccitazione, ma con la sensazione di aver preso parte a qualcosa di straordinariamente diverso, unico e autentico, un mistero profondo e inafferrabile, lontano dall'inconsistenza e dalla vacuità che ci può apparire la vita di tutti i giorni.


                           Lo splendido tema principale di Laputa; la colonna sonora è del grande compositore 
                                     Joe Hisaishi; la collaborazione artistica con Miyazaki inizia proprio con questo film
                                                 e dura tutt'ora, infatti anche la soundtrack di "Wind Rises" è sua. 





(fine prima parte)










 


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