lunedì 17 marzo 2014

IL RETROGAMER: SUPER CASTLEVANIA IV





Edizione americana del gioco



Quando si pensa ad un videogioco dell'epoca d'oro la prima cosa che sovviene è l'emozione che suscita in te il semplice ricordo, insieme ad una grande nostalgia dei tempi che furono, nostalgia che naturalmente è ancora più forte se si va verso i gli "anta" e l'adolescenza incomincia a diventare un' epopea lontana. Questa premessa leopardiana è doverosa nell'esporre la mia esperienza di videogiocatore nel lontano giugno del 1993, un giugno autunnale, ingrigito dalla pioggia incessante e battente, pronto a diventare la cornice unica in cui la ricerca della solitudine della propria camera diventa spasmodica perché svela l'ingresso segreto e nascosto per l'universo splendido dei 16 bit.
Ancora sotto la pioggia tenevo in mano la scatola di un gioco, e fremevo per tornare a casa e inserirlo nel vano del mio super nes, quel gioco che si sarebbe rivelato una delle mie esperienze videoludiche più significative e potenti era Super Castlevania IV. Tornato a casa, mentre il suono della pioggia si faceva sempre più violento e le ombre della sera sembravano allungarsi sullo snes e il mio tivù color, aprì la scatola presi il gioco e lo collegai. Le prime schermate erano piuttosto anonime, la prima veramente significativa era quella in cui il protagonista, tale Simon Belmont, ripreso di schiena, faceva schioccare la frusta e dinanzi a lui il castello per antonomasia, per intenderci quello del conte Dracula, si stagliava imperiosamente contro un cielo plumbeo.
Poi iniziava il gioco, una breve introduzione satura di palpabile tensione emotiva, in cui avrei dovuto percorrere la brughiera che mi avrebbe condotto all'entrata del tenebroso castello. Sullo sfondo un edificio in rovina dalle fattezze di un enorme teschio mi porgeva un inquietante benvenuto per uno dei viaggi più incredibili che avrei compiuto. A quel punto, un suono di organo, tetro cadenzato e magnifico, un palazzo gotico e una inferriata che si alzava improvvisamente; poi l'intro musicale si trasformava in un pezzo di stampo rock con una melodia ipnotica, trascinante e unica, e, in quel momento, iniziava il viaggio di Super Castlevania al suono di uno dei più pezzi musicali più significativi che un videogioco abbia mai conosciuto.







Castlevania IV esce in Giappone nel 1991 ed è uno dei primi giochi in grado di mostrare le potenzialità e le novità tecnologiche del 16 bit Nintendo. Il famoso chip Mode 7 è  in grado di gestire lo zoom e la rotazione degli sfondi e degli sprites con degli effetti unici per quell'epoca; nel gioco vedrete  alcuni livelli muoversi, zoomare e roteare con il videogiocatore da una parte meravigliato e dall'altra preoccupato di gestire il gameplay senza farsi condizionare da tanta bellezza visiva.







Il gioco mostra  un dettaglio assolutamente superiore alle controparti otto bit e alcuni livelli mostrano un effetto di parallasse molteplice (il movimento e lo scorrere autonomo dei livelli che compongono lo sfondo) dando un incredibile effetto di profondità. Ogni tanto c'è la sensazione che gli sviluppatori abbiano voluto mettere tanta di quella ricchezza grafica senza essere in grado di gestirla, infatti il dettaglio è sacrificato creando in alcuni frangenti la sensazione di un impasto grafico non del tutto rifinito.



 

 

  
 




La colonna sonora è forse la cosa più bella del gioco, ciò che lo rende un capolavoro e che forse senza tanta magnificenza musicale non sarebbe stato. Musica classica e rock ma anche fusion e jazz,  compongono ciò che ritengo una delle più belle colonne sonore di sempre, sicuramente la migliore su snes: ricordo le melodie metalliche e coinvolgenti dello stage Forest of Monster (2.1), il requiem di Waterfall (3.2), i suoni alienanti di Clockwork mansion (4.1) e l'incredibile clarino jazz di Submerged City (3.3); anche lo scontro finale con Dracula gode di uno spettacolo sonoro meraviglioso.










Il gameplay è assolutamente lineare, dimentichiamoci Symphony of the Night, qui siamo ancorati all'epoca dei primi Castlevania, ma va bene cosi, perchè, primo, è uno degli esempi più fulgidi di platform/adventure dell'epoca d'oro che coniugavano semplicità, difficoltà e divertimento ipnotico, secondo, il coinvolgimento ( e in questo la colonna sonora  fa davvero tanto) è cosi totale che non vi stancherete mai di giocarci almeno fino a quando finirete il gioco. Ma le novità rispetto agli episodi precedenti sono presenti, eccome, negli undici livelli che compongono il gioco, Simon Belmont  può spostare la frusta in 8 direzioni anche in salto e addirittura tenderla per fermare alcuni proiettili nemici. Le armi speciali si gestiscono con le dorsali dei joypad e quindi risultano più comode da usare.

Super Castlevania IV fu l'ultimo episodio classico della serie di Castlevania, già il Vampire's Kiss per Pc Engine Duo, che poteva godere del supporto ottico, dei filmati e delle musiche qualità cd, sarebbe stato la testa di ponte verso un altro modo di concepire la serie, con le sue strade alternative e le sue stanze segrete, ciò nonostante questo gioiello antico mostra ancora oggi la perfezione perduta dei giochi dell'epoca d'oro dal gameplay unico e struggente.
Quel giugno grigio e piovoso è parte del mio cuore, ancora oggi.








1 commento:

Anonimo ha detto...

Anche se non ho mai giocato a questo gioco il racconto mi ha messo la malinconia....:-((