Avevo una certa voglia di vedere questa nuova produzione, spinto dalla curiosità di vedere se la fantascienza americana aveva finalmente la determinazione e la capacità di rinnovarsi, ormai troppo spesso costretta dalla mancanza di idee a riciclarsi (vedi gli ultimi "Prometheus" e "Total Recall") o a tentare derive misticheggianti e inconcludenti ("Cloud Atlas"). Bene, ieri finalmente ho avuto l'opportunità di vedere il film e sono rimasto da una parte piacevolmente sorpreso e dall'altra deluso; ora cercherò di spiegarvi brevemente il perchè di questi due stati d'animo che mi hanno accompagnato durante la visione della pellicola. Il film diretto dal giovane Juan Solanas ha una certa capacità di coinvolgere e sorprendere, e le splendide scenografiche ritratte nel quadro di una magistrale fotografia dai contrasti forti e netti hanno aiutato tantissimo in questo senso. Ma il torpore degli ultimi 15 minuti del film hanno appiattito una pellicola che davvero aveva nelle sue corde la capacità di raccontare qualcosa di diverso nel genere fantascientifico.
Partiamo dall'analisi del contesto fisico-sociale meravigliosamente sorprendente: vi sono due mondi, i quali sono dotati di due forme di gravità egualmente opposte, che ruotano attorno al medesimo sole. Esistono 3 fondamentali leggi che regolano la gravità e che sono fondamentali per comprendere la pellicola anche da un punto di vista narrativo, in quanto i personaggi dovranno usarle o aggirarle per compiere la trama del film:
1) Tutta la materia è attratta dal centro di gravità del pianeta da cui proviene, non dall'altro.
2) In virtù della prima regola, il peso di un oggetto può essere controbilanciato con la materia del mondo opposto ("materia inversa").
3) Dopo un variabile, ma solitamente breve, lasso di tempo, la materia a contatto con quella inversa dà origine alla combustione.
(vedi wikipedia)
Questi due mondi hanno la caratteristica di rappresentare anche due forme di civiltà sostanzialmente agli antipodi, l'una che vive una sorta di apogeo economico-sociale e l'altra, una forma di civiltà apocalittica alla deriva, il cui unico scopo è quello di asservire la continua sete di risorse della prima. Il potere economico, politico e sociale è nella mani della "Transworld", che sfrutta le materie prime del "Mondo Di Sotto" per arricchire il "Mondo Di Sopra" e rivenderle al primo ad un prezzo proibitivo. Il potere di "Transworld" è rappresentato simbolicamente dall'enorme grattacielo che unisce i due mondi che rimane anche l'unico punto consentito di comunicazione fra di essi. In questo contesto, in cui è visibile l'impegno del regista di raffigurare metaforicamente il grande sfruttamento delle potenze occidentali e i pericoli della globalizzazione, si svolge la storia d'amore fra i due protagonisti del film, qui interpretati dal giovane Jim Sturgess e dalla stupenda Kirsten Dunst. Tale storia è il tentativo, che avrà inesorabilmente successo, di superare le differenze fisiche e sociali dei due mondi cosi diversi ma alla fine accomunati dallo stesso bisogno di amare. Adam e Eden si incontrano sin da bambini sulla cima delle montagne dove vivono le api che producono il miele dai fiori di entrambi i mondi. Adam porta sempre con se una corda che usa per collegare i due mondi e raggiungere Eden. I ragazzi di incontrano periodicamente e si innamorano, sino al giorno nel quale, scoperti dai guardiani che controllano i confini dei due mondi, la corda si spezza e Eden perde la memoria a causa della caduta. Molti anni più tardi Adam, cresciuto orfano nei disagi e nella povertà del Mondo di Sotto, scopre che Eden è ancora viva e che lavora alla "Transworld". Egli intanto è divenuto un'autentico genio della chimica, e brevettando un prodotto di bellezza in grado di sfruttare la gravità dei due mondi per ringiovanire, riesce a farsi assumere alla "Tranworld". Da questo momento in poi non vi racconto più nulla e vi lascio il piacere di scoprire il resto del film.
Il film è visivamente eccezionale (negli ultimi anni solo le spericolatezze visive di "Inception" e "Avatar" possono essergli paragonate) le scenografie sono fantastiche e i toni della fotografia sono volutamente oscuri e dai contrasti levati; quest'ultimi riescono a mostrare in modo molto efficace la decadenza barocca del Mondo di Sotto, una sorta di Osgiliath costruita durante la seconda rivoluzione industriale del XIX secolo. Le musiche del grande Mark Isham sopratutto nella prima parte del film sono bellissime e in grado di calarti progressivamente nell'atmosfera surreale e sospesa del film.
La storia d'amore è ispirata fuori da ogni dubbio dal "Romeo e Giulietta" di Shakespeare, in questo senso le famiglie dei Montecchi e Capuleti sono rappresentate dai due mondi nei quali vivono i protagonisti, diversi e opposti, ma intrinsecamente e visceralmente uniti; l'opposizione dei due mondi è talmente radicale da toccare anche le leggi fisiche della loro stessa natura, leggi che determinano anche il loro ineluttabile legame.
La storia non è percorsa ahimè dalla stessa forza emotiva e narrativa del "Romeo e Giulietta" e il finale, racchiuso nel torpore di un lieto fine scialbo e melenso, purtroppo non mantiene le promesse di una pellicola dalle grandi potenzialità. Un film quindi che merita un seguito, magari più incentrato sul rapporto controverso fra i due mondi e spinto da una sceneggiatura più forte e drammatica verso un finale teso e meno scontato.
Upside Down rimane fuori di ogni dubbio un esperienza visiva eccezionale che consiglio a tutti gli amanti della fantascienza, che finalmente possono avere l'occasione di coinvolgere la fidanzata o l'amica nel loro genere preferito.
A presto.
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