Questa di solito è la
risposta che ottengo quando chiedo a qualcuno se sappia cosa sia il cosplay. Il
fenomeno è nato in Giappone a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, ma si è diffuso
in tutto il mondo e il termine nasce dalla contrazione delle parole inglesi Costume e Play per descrive l’hobby di vestirsi come il proprio personaggio
preferito, ma ciò che lo differenzia dal vestirsi in costume per carnevale o halloween
è che di solito le persone vestono come i personaggi
di anime, manga, o videogiochi giapponesi, piuttosto che altri costumi, anche se ultimamente non è raro trovare costumi legati al mondo occidentale.
Molti non sanno che di
solito dietro la realizzazione di un costume ci sono molte ore di lavoro ed
alcuni riescono a creare dei veri e propri capolavori(cercate in rete e
rimarrete stupiti).
Sono sempre stato affascinato
da questo mondo, anche se forse per pigrizia o per non aver mai trovato nessuno
con cui condividere questo hobby, non mi sono mai cimentato nel creare un
costume, sebbene in ogni band musicale che ho messo su ho sempre cercato un look
particolare(anche se legato all’horror).
Per questo articolo ho
pensato che invece di prendere informazioni qua e la in rete sarebbe stato
meglio far parlare chi questo hobby lo vive, così ho contattato il mio
conterraneo abruzzese Gianluca, conosciuto anni or sono nel dojo dove
frequentavamo entrambi le lezioni di Karate e Giulia, incontrata proprio in una
manifestazione di Cosplay in Piemonte, ma lasciamo a loro la parola:
Come descriveresti il cosplay a chi non lo conosce?
GIULIA:Molto spesso la gente
è incuriosita guardandoti camminare per strada in quel modo. In generale, rispondo
sempre dicendo ''ci vestiamo come i personaggi dei cartoni animati,dei
videogiochi o dei film'', attribuendo a questo anche la passione che con cui
una persona si impegna per realizzare i costumi.
GIANLUCA: L'hobby che consiste nel voler
essere un personaggio immaginario che in qualche modo ti ha colpito, ispirato,
interessato, comunicato qualcosa, interpretandolo per una giornata, meglio
ancora se con un costume autoprodotto.
Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo del cosplay e cosa
ti ha spinto a farlo?
GIULIA: Il
primo passo per me è stato il Torino Comics di un anno fa. Fiera molto grande
ed espansiva, piena di colori e di persone molto simpatiche e disponibili a
scambiare chiacchiere e a farti molte foto e complimenti. Sono entrata nel
mondo cosplay per questo motivo,ti senti sempre a casa in qualsiasi posto tu
sia,indipendentemente dalle persone con cui giri in fiera. Mi ha aiutato molto
anche con la mia persona,da quando frequento le fiere non ho più timidezza e
sono molto più aperta con le persone.
GIANLUCA: Il primo cosplay fatto in una fiera
di settore fu una cosa assolutamente per ridere: io ed un amico abbiamo
preparato parrucca bionda e baffoni per essere gli 892 della pubblicità,per chi
li ricorda . L'anno dopo ho provato a far sul serio ed ho interpretato il
Wolverine del terzo film degli X-men.
E dopo ci ho unito la passione che già avevo
per il modellismo iniziando a creare dei “modellini indossabili”
La motivazione è semplice: divertirsi e
mettersi in gioco per vedere cosa si riesce a realizzare. Certo non manca una
certa componente edonistica, ma in fondo essere apprezzati piace a
tutti...basta non esagerare col volersi mettere in mostra a tutti i costi.
Quando scegli un personaggio su cosa ti basi?la fattibilità del
costume, cosa rappresenta il personaggio o altri fattori?
GIULIA: Io
scelgo il mio personaggio sempre in base al suo carattere,più è simile a me più
penso di rappresentarlo in modo completo e soddisfacente. Il costume non lo
guardo mai,complicato o no poco importa.
GIANLUCA: Prima di tutto ci deve essere un
certo gusto personale, anche perchè quanto più mi piace il personaggio, tanto più
mi dedico con passione alla preparazione del costume, dalle fattezze
all'interpretazione.
La realizzabilità certo a volte è un limite,
ma per lo più se si ha poco tempo a disposizione. Ormai tanti materiali sono
reperibili facilmente, così come i tutorial o in alcuni casi anche interi
costumi (anche se io preferisco sempre metterci del mio, piuttosto che
indossare e basta). Certo poi se si
vuole realizzare qualcosa in gruppo si prova ad accordarsi per una interpretazione
corale.
Molti non sanno che dietro ogni costume c'è un grosso lavoro e
che a volte si impiega anche un anno o più. Quale è stato quello che ti ha
richiesto maggiore impegno per la realizzazione e come mai?
GIULIA: Penso
che quello che mi ha fatto impiegare più tempo è stato quello per Ezia, lo
avevo ricevuto ma era troppo grande e ho dovuto riadattarlo. Inoltre,ho dovuto
creare gli accessori adatti. Tempo di realizzazione totale circa un mese o due.
GIANLUCA: D'impatto direi Ironman . Quando l'ho fatto io non
c'erano i modelli in carta chiamati pepakura che si trovano ora e che
permettono di avere l'esploso in 3D dei pezzi da stampare ed assemblare. All'epoca fu tutta farina del mio sacco...ma
il risultato non mi piace affatto, ritengo sia il mio peggior cosplay.
Riflettendoci metterei ex equo Pegasus dei
Cavalieri dello Zodiaco ed il Goblin di Spiderman.
Un anno o quasi di lavoro nei ritagli di
tempo e lavorazione dai progetti alla realizzazione. Tutto
per dei costumi soddisfacenti al punto che tutt'oggi son validi e li
ripropongo quando ne ho occasione.
Realizzi tutto da solo/a o qualcuno ti aiuta?E cosa pensano di
questa tua passione le persone che ti conoscono?
GIULIA: No,in
genere sono sempre aiutata, penso che per queste cose serve sempre aiuto a meno
che non si è già un master, la gente che mi conosce è sempre molto incuriosita
quando le parlo di quello che faccio,vogliono sapere tutti i dettagli di questo
mio hobby
GIANLUCA: Nel corso degli anni sia mia
sorella sia mio padre mi han dato una mano, ma il grosso del lavoro cerco di
farlo sempre io. E ci sono costumi che ho fatto io dall'inizio alla fine, vedi
l'ultimo per esempio (Hordak della serie She-ra) per il quale mi sono
improvvisato anche scultore per
realizzare la maschera.
Le persone che mi conoscono in generale sono
incuriosite, certo passo a volte per un
nerd o un immaturo in certi ambienti, ma negli anni le cose stanno
cambiando. Il fumetto o il cartone
animato giapponese è entrato nella quotidianità un po' ovunque.
Eppoi
sovente gli stessi che ti considerano
come dicevo portano i figli alle fiere, e son costretti a farsi foto con
noi.
C'è un costume che ti piacerebbe realizzare ma che reputi troppo
complesso?
GIULIA: Da un
po' di tempo mi frulla in testa di provare a fare il cosplay di Hit Girl da
Kick-ass,ma penso sia abbastanza complicato.
GIANLUCA: Impossibile nessuno, complessi
tanti. Il mio problema troppo spesso è il poco tempo per realizzarli. Penso che
una bella sfida sarebbe un Bumblebee dei Transformers fatto veramente bene o un
Gundam che non sembri un giocattolone. E qualcuno ha già fatto cose simili.
Parafrasando uno dei dieci comandamenti "hai mai desiderato
il costume d'altri"?
GIULIA: Oh
si,conosco molta gente che non fa costumi ma opere d'arte splendide secondo me.
Spero di arrivare ai loro livelli un giorno
GIANLUCA: Beh, la lista è lunga. Oggi son
veramente tanti i cosplayer bravissimi che realizzano cose incredibili. Ma la
sensazione più forte l'ho provata quando ho visto per la prima volta
l'Actarus/Duke Fleed realizzato da Mauro Ridolfi. Ricordo di aver pensato in sequenza “Ok, è il
vero Actarus” “Questo ridefinisce il livello di difficoltà dei costumi” “Quelli
li è un artista!!”. Ma più che di “invidia professionale” parlerei di
ammirazione sincera. In generale ogni cosplayer ha un suo punto di forza,
qualcosa in cui è veramente bravissimo, per alcuni è la realizzazione dei
costumi, per altri è l'interpretazione o la presenza scenica.
Nelle pochissime rappresentazioni che ho visto ho dovuto
purtroppo constatare che la cura per i dettagli del costume non vanno di pari
passo con la cura delle brevi rappresentazioni che si inscenano sul palco, anche
se solitamente nella cultura giapponese questo è un fattore che viene
considerato marginale tu cosa ne pensi? per te il cosplay è solo costume o
anche interpretare il personaggio?
GIULIA: Come
sempre ribadisco,per me la scelta del cosplay da interpretare è sacra. Se uno
sceglie un personaggio, lo deve fare perché rispecchia il proprio modo d'essere
e di fare,non perché il personaggio è ''figo'' o altre cose così. Io quando
interpreto un personaggio ci metto tutta me stessa per sembrare il più simile
possibile a lui/lei. Altrimenti penso sia tutto sprecato,la gente nota che non
ami il personaggio che stai interpretando.
GIANLUCA: Una bella domanda, se posso dirlo.
E' una critica che spesso mi son trovato anche io a rivolgere , anche a me
stesso. Va considerato che è impossibile condensare il messaggio di una serie
televisiva, o di un cartone animato o di un film in pochi minuti, ma allo
stesso modo si deve fare in modo che l'interpretazione dica qualcosa in merito
al personaggio.
Una scappatoia semplice è quella di buttarla
sul ridere, inventi delle parti comiche e il personaggio diventa una
macchietta, una caricatura di se stesso. Ci può stare.
Io personalmente preferisco rielaborare il
materiale audio già a disposizione dandogli un minimo di filo logico e
snellendolo il più possibile per renderlo fruibile. Insomma che non annoi e che
abbia un bel ritmo...che interessi lo spettatore.
Poi ci sono quelli che sono dei performer
nati, e magari ti fanno il cosplay dei Wrestler con tanto di acrobazie,per fare
un esempio.
In generale va ricordato che si tratta di
ragazzi, spesso anche molto giovani, che si improvvisano attori di palcoscenico
armati solo di tanta passione. Io per primo mi considero tale (Attore
improvvisato, non giovane ovviamente). Forse oltre ai tutorial per la
realizzazione delle armature o dei vestiti andrebbero fatti ed incentivati
brevi corsi di recitazione per cosplayer. Io ce la darei un occhiata.
C’è qualche aneddoto simpatico legato al cosplay che vuoi
raccontarci?
GIULIA: Sai
che non ci ho mai pensato a questa cosa? di solito,quando si cammina per le
strade di grandi città in cosplay la gente ti guarda molto. Alcuni ti osservano
solo,mentre altri spinti dalla curiosità ti si avvicinano per sapere
informazioni ah,fossero tutti così il cosplay sarebbe già conosciutissimo anche
in Italia
GIANLUCA: In generale tutte le volte che
qualcuno ti indica ed esclama stupito “Mazinga!!”, oppure “L'Uomo
Ragno”....mentre invece sei vestito da Ironman o da Superman. Poi quando veramente metti su la tutina
da Ragno...diventi Superman!
Di cose divertenti ne succedono tante in un
ambiente come quello delle fiere. Per me
è sempre l'occasione di stare assieme ad amici che in realtà son sparsi per
tutta l'Italia, per cui ci si fan sempre tante risate.
Che consiglio ti sentiresti di dare a chi magari leggendo le tue
parole volesse intraprendere questo hobby?
GIULIA:
Onestamente,da quando ho intrapreso questa strada mi sono iniziata a divertire
sempre di più,ho conosciuto tantissima gente con cui esco e mi sento
sempre,creiamo raduni apposta per rivederci,non sono quasi più timida e ogni
volta non vedo l'ora ci sia qualche nuovo raduno!Forza e coraggio
people,buttatevi in mezzo a noi cosplay, vedrete che non ve ne pentirete.
GIANLUCA: Innanzitutto non vi scoraggiate se
i primi risultati vi deludono: nelle
attività creative si cresce e ci si migliora sempre, qualunque essa sia. Anzi
il bello è proprio in quello, nell'affinare le proprie capacità.
E poi ancora siate sempre curiosi: di nuove
tecniche per realizzare un costume o un accessorio, come di ogni opera da cui
son tratti i personaggi che interpretate, sia che si parli di fumetti, di film,
di libri , di cinema, ogni cosa vi arricchirà un pochino.
Se c'è una domanda che non ti ho fatto ma che vorresti
aggiungere come direbbe Marzullo fatti una domanda e datti una risposta
GIULIA: Il
cosplay è per tutti? Certo che si!tutti possono fare cosplay, non abbiate paura
di essere giudicati dagli altri,ci sarà sempre qualcuno che dirà critiche (non
solo sul cosplay, dico in generale nella vita) ma voi dovete avere il coraggio
di andare avanti e creare subito un altro cosplay per smentirli ahahahah ho
visto persone su una carrozzina fare cosplay, e ho avuto una gioia immensa alla
sola vista.
GIANLUCA: Veramente si, la prima domanda che
si legge in ogni intervista ad un cosplayer è “Cosa vuol dire cosplay? ”, e la
risposta è sempre la stessa “ E' una parola composta da costume e play. “ Sai
che forse siamo i primi a non partire così? Un'originalità che mi piace!(quando
leggerai l’introduzione a questa intervista capirai il perché J Nda).
Grazie per la disponibilità, a te le ultime parole!
GIULIA: Un
grazie speciale a te e a tutti voi che avete avuto modo di leggere le mie
parole, spero di essere stata utile e soddisfacente.
GIANLUCA: Grazie a te, ed a tutti quelli che
ci leggeranno. Mi permetto solo di aggiungere l'augurio che possano in tanti
avvicinarsi a questo mondo, e che possano farlo in modo da non perdere mai di
vista il fatto che nasce solo per divertirsi.
Narra la leggenda urbana che il primo
cosplayer fu il tale che si presentò alla prima del film d'animazione del
Gundam vestito da Char Aznable (il cattivo). Quindi il fine iniziale è quello:
un omaggio divertito ad un proprio eroe, che susciti in chi ci vede le
sensazioni dell'opera originaria.
2 commenti:
Ottima articolo!!
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