mercoledì 21 agosto 2013

COSPLAY…IL COSCOSA???

Questa di solito è la risposta che ottengo quando chiedo a qualcuno se sappia cosa sia il cosplay. Il fenomeno è nato in Giappone a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, ma si è diffuso in tutto il mondo e il termine nasce dalla contrazione delle parole inglesi Costume e Play per descrive l’hobby di vestirsi come il proprio personaggio preferito, ma ciò che lo differenzia dal vestirsi in costume per carnevale o halloween è che di solito le persone vestono come i personaggi di anime, manga, o videogiochi giapponesi, piuttosto che altri costumi, anche se ultimamente non è raro trovare costumi legati al mondo occidentale.
Molti non sanno che di solito dietro la realizzazione di un costume ci sono molte ore di lavoro ed alcuni riescono a creare dei veri e propri capolavori(cercate in rete e rimarrete stupiti).
Sono sempre stato affascinato da questo mondo, anche se forse per pigrizia o per non aver mai trovato nessuno con cui condividere questo hobby, non mi sono mai cimentato nel creare un costume, sebbene in ogni band musicale che ho messo su ho sempre cercato un look particolare(anche se legato all’horror).
Per questo articolo ho pensato che invece di prendere informazioni qua e la in rete sarebbe stato meglio far parlare chi questo hobby lo vive, così ho contattato il mio conterraneo abruzzese Gianluca, conosciuto anni or sono nel dojo dove frequentavamo entrambi le lezioni di Karate e Giulia, incontrata proprio in una manifestazione di Cosplay in Piemonte, ma lasciamo a loro la parola:

Come descriveresti il cosplay a chi non lo conosce?

GIULIA:Molto spesso la gente è incuriosita guardandoti camminare per strada in quel modo. In generale, rispondo sempre dicendo ''ci vestiamo come i personaggi dei cartoni animati,dei videogiochi o dei film'', attribuendo a questo anche la passione che con cui una persona si impegna per realizzare i costumi.

GIANLUCA: L'hobby che consiste nel voler essere un personaggio immaginario che in qualche modo ti ha colpito, ispirato, interessato, comunicato qualcosa, interpretandolo per una giornata, meglio ancora se con un costume autoprodotto.

Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo del cosplay e cosa ti ha spinto a farlo?

GIULIA: Il primo passo per me è stato il Torino Comics di un anno fa. Fiera molto grande ed espansiva, piena di colori e di persone molto simpatiche e disponibili a scambiare chiacchiere e a farti molte foto e complimenti. Sono entrata nel mondo cosplay per questo motivo,ti senti sempre a casa in qualsiasi posto tu sia,indipendentemente dalle persone con cui giri in fiera. Mi ha aiutato molto anche con la mia persona,da quando frequento le fiere non ho più timidezza e sono molto più aperta con le persone.

GIANLUCA: Il primo cosplay fatto in una fiera di settore fu una cosa assolutamente per ridere: io ed un amico abbiamo preparato parrucca bionda e baffoni per essere gli 892 della pubblicità,per chi li ricorda . L'anno dopo ho provato a far sul serio ed ho interpretato il Wolverine del terzo film degli X-men. 
E dopo ci ho unito la passione che già avevo per il modellismo iniziando a creare dei “modellini indossabili”
La motivazione è semplice: divertirsi e mettersi in gioco per vedere cosa si riesce a realizzare. Certo non manca una certa componente edonistica, ma in fondo essere apprezzati piace a tutti...basta non esagerare col volersi mettere in mostra a tutti i costi.

Quando scegli un personaggio su cosa ti basi?la fattibilità del costume, cosa rappresenta il personaggio o altri fattori?

GIULIA: Io scelgo il mio personaggio sempre in base al suo carattere,più è simile a me più penso di rappresentarlo in modo completo e soddisfacente. Il costume non lo guardo mai,complicato o no poco importa.

GIANLUCA: Prima di tutto ci deve essere un certo gusto personale, anche perchè quanto più mi piace il personaggio, tanto più mi dedico con passione alla preparazione del costume, dalle fattezze all'interpretazione.
La realizzabilità certo a volte è un limite, ma per lo più se si ha poco tempo a disposizione. Ormai tanti materiali sono reperibili facilmente, così come i tutorial o in alcuni casi anche interi costumi (anche se io preferisco sempre metterci del mio, piuttosto che indossare e basta).  Certo poi se si vuole realizzare qualcosa in gruppo si prova ad accordarsi per una interpretazione corale.

Molti non sanno che dietro ogni costume c'è un grosso lavoro e che a volte si impiega anche un anno o più. Quale è stato quello che ti ha richiesto maggiore impegno per la realizzazione e come mai?

GIULIA: Penso che quello che mi ha fatto impiegare più tempo è stato quello per Ezia, lo avevo ricevuto ma era troppo grande e ho dovuto riadattarlo. Inoltre,ho dovuto creare gli accessori adatti. Tempo di realizzazione totale circa un mese o due.

GIANLUCA: D'impatto  direi Ironman . Quando l'ho fatto io non c'erano i modelli in carta chiamati pepakura che si trovano ora e che permettono di avere l'esploso in 3D dei pezzi da stampare ed assemblare.  All'epoca fu tutta farina del mio sacco...ma il risultato non mi piace affatto, ritengo sia il mio peggior cosplay.
Riflettendoci metterei ex equo Pegasus dei Cavalieri dello Zodiaco ed il Goblin di Spiderman.
Un anno o quasi di lavoro nei ritagli di tempo e lavorazione dai progetti alla realizzazione.  Tutto  per dei costumi soddisfacenti al punto che tutt'oggi son validi e li ripropongo quando ne ho occasione.



Realizzi tutto da solo/a o qualcuno ti aiuta?E cosa pensano di questa tua passione le persone che ti conoscono?

GIULIA: No,in genere sono sempre aiutata, penso che per queste cose serve sempre aiuto a meno che non si è già un master, la gente che mi conosce è sempre molto incuriosita quando le parlo di quello che faccio,vogliono sapere tutti i dettagli di questo mio hobby

GIANLUCA: Nel corso degli anni sia mia sorella sia mio padre mi han dato una mano, ma il grosso del lavoro cerco di farlo sempre io. E ci sono costumi che ho fatto io dall'inizio alla fine, vedi l'ultimo per esempio (Hordak della serie She-ra) per il quale mi sono improvvisato anche scultore per  realizzare la maschera.
Le persone che mi conoscono in generale sono incuriosite,  certo passo a volte per un nerd o un immaturo in certi ambienti, ma negli anni le cose stanno cambiando.  Il fumetto o il cartone animato giapponese è entrato nella quotidianità un po' ovunque.
Eppoi  sovente gli stessi che ti considerano   come dicevo portano i figli alle fiere, e son costretti a farsi foto con noi.  

C'è un costume che ti piacerebbe realizzare ma che reputi troppo complesso?

GIULIA: Da un po' di tempo mi frulla in testa di provare a fare il cosplay di Hit Girl da Kick-ass,ma penso sia abbastanza complicato.

GIANLUCA: Impossibile nessuno, complessi tanti. Il mio problema troppo spesso è il poco tempo per realizzarli. Penso che una bella sfida sarebbe un Bumblebee dei Transformers fatto veramente bene o un Gundam che non sembri un giocattolone. E qualcuno ha già fatto cose simili.

Parafrasando uno dei dieci comandamenti "hai mai desiderato il costume d'altri"?

GIULIA: Oh si,conosco molta gente che non fa costumi ma opere d'arte splendide secondo me. Spero di arrivare ai loro livelli un giorno

GIANLUCA: Beh, la lista è lunga. Oggi son veramente tanti i cosplayer bravissimi che realizzano cose incredibili. Ma la sensazione più forte l'ho provata quando ho visto per la prima volta l'Actarus/Duke Fleed realizzato da Mauro Ridolfi.  Ricordo di aver pensato in sequenza “Ok, è il vero Actarus” “Questo ridefinisce il livello di difficoltà dei costumi” “Quelli li è un artista!!”. Ma più che di “invidia professionale” parlerei di ammirazione sincera. In generale ogni cosplayer ha un suo punto di forza, qualcosa in cui è veramente bravissimo, per alcuni è la realizzazione dei costumi, per altri è l'interpretazione o la presenza scenica.

Nelle pochissime rappresentazioni che ho visto ho dovuto purtroppo constatare che la cura per i dettagli del costume non vanno di pari passo con la cura delle brevi rappresentazioni che si inscenano sul palco, anche se solitamente nella cultura giapponese questo è un fattore che viene considerato marginale tu cosa ne pensi? per te il cosplay è solo costume o anche interpretare il personaggio?

GIULIA: Come sempre ribadisco,per me la scelta del cosplay da interpretare è sacra. Se uno sceglie un personaggio, lo deve fare perché rispecchia il proprio modo d'essere e di fare,non perché il personaggio è ''figo'' o altre cose così. Io quando interpreto un personaggio ci metto tutta me stessa per sembrare il più simile possibile a lui/lei. Altrimenti penso sia tutto sprecato,la gente nota che non ami il personaggio che stai interpretando.

GIANLUCA: Una bella domanda, se posso dirlo. E' una critica che spesso mi son trovato anche io a rivolgere , anche a me stesso. Va considerato che è impossibile condensare il messaggio di una serie televisiva, o di un cartone animato o di un film in pochi minuti, ma allo stesso modo si deve fare in modo che l'interpretazione dica qualcosa in merito al personaggio. 
Una scappatoia semplice è quella di buttarla sul ridere, inventi delle parti comiche e il personaggio diventa una macchietta, una caricatura di se stesso. Ci può stare.
Io personalmente preferisco rielaborare il materiale audio già a disposizione dandogli un minimo di filo logico e snellendolo il più possibile per renderlo fruibile. Insomma che non annoi e che abbia un bel ritmo...che interessi lo spettatore.
Poi ci sono quelli che sono dei performer nati, e magari ti fanno il cosplay dei Wrestler con tanto di acrobazie,per fare un esempio.
In generale va ricordato che si tratta di ragazzi, spesso anche molto giovani, che si improvvisano attori di palcoscenico armati solo di tanta passione. Io per primo mi considero tale (Attore improvvisato, non giovane ovviamente). Forse oltre ai tutorial per la realizzazione delle armature o dei vestiti andrebbero fatti ed incentivati brevi corsi di recitazione per cosplayer. Io ce la darei un occhiata.

C’è qualche aneddoto simpatico legato al cosplay che vuoi raccontarci?

GIULIA: Sai che non ci ho mai pensato a questa cosa? di solito,quando si cammina per le strade di grandi città in cosplay la gente ti guarda molto. Alcuni ti osservano solo,mentre altri spinti dalla curiosità ti si avvicinano per sapere informazioni ah,fossero tutti così il cosplay sarebbe già conosciutissimo anche in Italia

GIANLUCA: In generale tutte le volte che qualcuno ti indica ed esclama stupito “Mazinga!!”, oppure “L'Uomo Ragno”....mentre invece sei vestito da Ironman o da Superman.  Poi quando veramente metti su la tutina da  Ragno...diventi Superman!
Di cose divertenti ne succedono tante in un ambiente come quello delle fiere.  Per me è sempre l'occasione di stare assieme ad amici che in realtà son sparsi per tutta l'Italia, per cui ci si fan sempre tante risate. 

Che consiglio ti sentiresti di dare a chi magari leggendo le tue parole volesse intraprendere questo hobby?

GIULIA: Onestamente,da quando ho intrapreso questa strada mi sono iniziata a divertire sempre di più,ho conosciuto tantissima gente con cui esco e mi sento sempre,creiamo raduni apposta per rivederci,non sono quasi più timida e ogni volta non vedo l'ora ci sia qualche nuovo raduno!Forza e coraggio people,buttatevi in mezzo a noi cosplay, vedrete che non ve ne pentirete.

GIANLUCA: Innanzitutto non vi scoraggiate se i primi risultati vi deludono:  nelle attività creative si cresce e ci si migliora sempre, qualunque essa sia. Anzi il bello è proprio in quello, nell'affinare le proprie capacità.
E poi ancora siate sempre curiosi: di nuove tecniche per realizzare un costume o un accessorio, come di ogni opera da cui son tratti i personaggi che interpretate, sia che si parli di fumetti, di film, di libri , di cinema, ogni cosa vi arricchirà un pochino.

Se c'è una domanda che non ti ho fatto ma che vorresti aggiungere come direbbe Marzullo fatti una domanda e datti una risposta

GIULIA: Il cosplay è per tutti? Certo che si!tutti possono fare cosplay, non abbiate paura di essere giudicati dagli altri,ci sarà sempre qualcuno che dirà critiche (non solo sul cosplay, dico in generale nella vita) ma voi dovete avere il coraggio di andare avanti e creare subito un altro cosplay per smentirli ahahahah ho visto persone su una carrozzina fare cosplay, e ho avuto una gioia immensa alla sola vista.

GIANLUCA: Veramente si, la prima domanda che si legge in ogni intervista ad un cosplayer è “Cosa vuol dire cosplay? ”, e la risposta è sempre la stessa “ E' una parola composta da costume e play. “ Sai che forse siamo i primi a non partire così? Un'originalità che mi piace!(quando leggerai l’introduzione a questa intervista capirai il perché J  Nda).



Grazie per la disponibilità, a te le ultime parole!
GIULIA: Un grazie speciale a te e a tutti voi che avete avuto modo di leggere le mie parole, spero di essere stata utile e soddisfacente.

GIANLUCA: Grazie a te, ed a tutti quelli che ci leggeranno. Mi permetto solo di aggiungere l'augurio che possano in tanti avvicinarsi a questo mondo, e che possano farlo in modo da non perdere mai di vista il fatto che nasce solo per divertirsi.
Narra la leggenda urbana che il primo cosplayer fu il tale che si presentò alla prima del film d'animazione del Gundam vestito da Char Aznable (il cattivo). Quindi il fine iniziale è quello: un omaggio divertito ad un proprio eroe, che susciti in chi ci vede le sensazioni  dell'opera originaria.























2 commenti:

Battousai78 ha detto...

Ottima articolo!!

juegos ha detto...

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