Oggi parlerò di una grande opera cinematografica che ha rivoluzionato non solo il genere anime ma anche la corrente cyberpunk in qualche modo fino a quel momento salda ai principi tradizionali del suo creatore William Gibson. Il film di cui parlo è "Ghost in the shell", uscito nel 1994; opera del talento visionario di Mamoru Oshi, ispirata ovviamente dal fumetto omonimo del grande Masamune Shirow.
Intanto partiamo dai suoi creatori: Oshi è uno dei talenti più creativi della cinematografia giapponese; egli mosse i primi passi proprio nel genere anime con la bellissima trasposizione cinematografica del fumetto di Lamu, Il film "Beautiful Dreamer". Tale film esaltava la comicità e il surrealismo dei personaggi del fumetto creando un'atmosfera onirica di grande spessore che ritornerà spesso nelle sue opere successive.
Masamune Shirow lo ricordiamo con la grande opera fumettistica "Appleseed", nella quale appare uno dei suoi temi che svilupperà pienamente in "Ghost in the shell" e cioè un mondo in cui uomo e macchina non solo convivono fra loro ma sono uniti indissolubilmente in una costituzione organica cibernetica. L'essere umano trova il suo perfezionamento nel potenziamento meccanico-robotico degli arti, nella sostituzione del tessuto biologico in parte cibernetica e infine nell'ampliamento delle capacità neuronali attraverso impianti nanoelettronici. In questo ambito però si rientra ancora nei canoni classici della narrativa cyberpunk.
Ghost in the shell invece riesce ad andare decisamente oltre. Il lungometraggio è il tentativo riuscito di fondere in una realtà oggettiva e senza alcuna soluzione di continuità la rete neuronale del singolo essere umano con la rete informatica mondiale. Il cervello umano può essere hackerato attraverso implementazione di codici infetti ma può essere protetto nello stesso tempo da un firewall con diversi livelli di criptazione. Attraverso la rete si può accedere anche al ghost dell'uomo, un concetto ripreso dal saggio "il fantasma dentro la macchina" dello strutturalista Arthur Kostler; il ghost si manifesta in strutture organiche dalla conformazione molto complessa, come l'uomo, e rappresenta la sua natura più intima, inspiegabile ed essenziale. Anche il ghost, dicevo, non sfugge ai pericoli della connessione neuronale alla rete, in quanto può essere oggetto di manipolazione da parte di temibili hacker senza scrupoli in grado di annientarlo, modificarlo e addirittura trasferirlo in altri corpi fisici o di diversa natura (alcuni personaggi all'interno della storia sono in grado di ottenere un corpo completamente informatizzato)
Analizzando la relazione fra rete informatica e ghost si può azzardare un'analogia con il concetto latino medievale di Anima Mundi, ripreso dal dialogo platonico "Timeo", secondo il quale tutte le anime individuali sono parti di un'unica anima che avvolge il mondo. Non mi sembra però che il fumetto o il film esprimano e sviluppino chiaramente tale analogia.
Dopo aver analizzato lungamente le tematiche filosofiche che sono alla base del film (e del manga), farò un breve excursus sui personaggi e la storia. Quest'ultima ruota intorno alle indagini della Sezione 9, una divisione dei servizi segreti che opera su volontà del governo giapponese. Tali indagini riguardano casi problematici di crimini informatici che minacciano la sicurezza nazionale.
Il personaggio principale della storia è il maggiore Makoto Kusanagi, la cui scaltrezza, capacità militare e intelligenza tattica permetteranno alla sezione di risolvere diversi casi intricati.
Un discorso a parte è necessario fare per la qualità tecnica dell'opera cinematografica: innanzitutto i disegni e le animazioni che fondono in modo sublime e unico la computer grafica e i classici disegni animati, e poi l'incredibile e maestosa colonna sonora del grande Kenji Kawai, a cui hanno partecipato personaggi come Bono e Eno.
Ricordo infine che oltre al magnifico film di cui ho parlato, dal manga di Shirow sono stati tratti anche un secondo film e due serie animate, opere di rara bellezza e delle quali magari parlerò più avanti.
Ghost in the shell invece riesce ad andare decisamente oltre. Il lungometraggio è il tentativo riuscito di fondere in una realtà oggettiva e senza alcuna soluzione di continuità la rete neuronale del singolo essere umano con la rete informatica mondiale. Il cervello umano può essere hackerato attraverso implementazione di codici infetti ma può essere protetto nello stesso tempo da un firewall con diversi livelli di criptazione. Attraverso la rete si può accedere anche al ghost dell'uomo, un concetto ripreso dal saggio "il fantasma dentro la macchina" dello strutturalista Arthur Kostler; il ghost si manifesta in strutture organiche dalla conformazione molto complessa, come l'uomo, e rappresenta la sua natura più intima, inspiegabile ed essenziale. Anche il ghost, dicevo, non sfugge ai pericoli della connessione neuronale alla rete, in quanto può essere oggetto di manipolazione da parte di temibili hacker senza scrupoli in grado di annientarlo, modificarlo e addirittura trasferirlo in altri corpi fisici o di diversa natura (alcuni personaggi all'interno della storia sono in grado di ottenere un corpo completamente informatizzato)
Analizzando la relazione fra rete informatica e ghost si può azzardare un'analogia con il concetto latino medievale di Anima Mundi, ripreso dal dialogo platonico "Timeo", secondo il quale tutte le anime individuali sono parti di un'unica anima che avvolge il mondo. Non mi sembra però che il fumetto o il film esprimano e sviluppino chiaramente tale analogia.
Dopo aver analizzato lungamente le tematiche filosofiche che sono alla base del film (e del manga), farò un breve excursus sui personaggi e la storia. Quest'ultima ruota intorno alle indagini della Sezione 9, una divisione dei servizi segreti che opera su volontà del governo giapponese. Tali indagini riguardano casi problematici di crimini informatici che minacciano la sicurezza nazionale.
Il personaggio principale della storia è il maggiore Makoto Kusanagi, la cui scaltrezza, capacità militare e intelligenza tattica permetteranno alla sezione di risolvere diversi casi intricati.
Un discorso a parte è necessario fare per la qualità tecnica dell'opera cinematografica: innanzitutto i disegni e le animazioni che fondono in modo sublime e unico la computer grafica e i classici disegni animati, e poi l'incredibile e maestosa colonna sonora del grande Kenji Kawai, a cui hanno partecipato personaggi come Bono e Eno.
Ricordo infine che oltre al magnifico film di cui ho parlato, dal manga di Shirow sono stati tratti anche un secondo film e due serie animate, opere di rara bellezza e delle quali magari parlerò più avanti.
1 commento:
Oh yeah! I agree with the idea that there is a coincidence.
yepi
friv 2
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