sabato 17 agosto 2013

IL RETROGAMER: IL GAMECUBE






Qualche giorno fa ho "dumpato" ( fare il dump significa semplicemente estrapolare le immagini da giochi originali per realizzare i propri backup) i miei vecchi games del Gamecube su una SD  di 32 gb, e ho provato con le dovute accortezze a farli partire sulla mia fidata e poco utilizzata Wii; è stata una vera riscoperta, quanti capolavori avevo tralasciato nell'oblio senza concedere loro una qualche possibilità di riscossa.
Per chi non lo sapesse, il Gamecube è la console 128 bit della Nintendo uscita a cavallo fra il 2001 e il 2002, dalle caratteristiche tecniche all'epoca eccezionali, che la ponevano nettamente al di sopra della Playstation 2 e a un gradino al di sotto di quel mostro di potenza bruta che era la prima Xbox.
La Nintendo ha avuto la fantastica idea di fornire una perfetta emulazione della console sulla Wii (almeno su quelle costruite fino al 2011) con la possibilità di inserire i joypad e le memory card originali.


Gli slots della wii dove è possibile inserire joypad e memory card originali del gamecube




Ora, dopo questa doverosa premessa, torniamo a noi. In questa sede voglio presentare tre meravigliosi giochi a chi non li conoscesse o ricordare semplicemente la loro esistenza a chi se li ha dimenticati; in realtà sono da considerarsi non solo dei semplici giochi ma tre necessarie e fondamentali esperienze videoludiche per ogni hardcore gamer che si rispetti. Eccoli:

  • Zelda The Wind Waker
  • F-Zero GX
  • Ikaruga

Ognuno dei giochi che ho citato è contraddistinto da un carisma e da una personalità eccezionali che li pongono ancora oggi nel firmamento dei capolavori elettronici; ciascuno di essi possiede un gameplay unico, un'originalità indiscutibile e un aspetto artistico meraviglioso al di la del nudo conteggio di quanti poligoni o textures sono in grado di visualizzare.

Zelda The Wind Waker uscì in Giappone nel 2002 e vide la prima distribuzione in Europa nella primavera nel 2003. Il gioco aveva il duro compito di raccogliere l'eredità di quel capolavoro che porta il nome di Ocarina of Time, probabilmente il miglior adventure di tutti i tempi. I programmatori sfruttarono le novità del nuovo hardware e vinsero la dura scommessa introducendo una novità assoluta nel panorama videoludico, la grafica in cell-shading. Questa tecnologia permette una tipologia di modellazione in 3d fotorealistica che riesce a riprodurre la tecnica del disegno a mano e l'effetto che ne deriva è quello di un cartone animato. La grafica del gioco, ancora oggi splendida nella sua semplicità, l'ottima sceneggiatura della storia e un gameplay sempre avvincente  rendono il gioco un capolavoro del genere.






F-Zero GX. Ragazzi, e se vi dicessi che ho scoperto F-Zero nel 1992 nell'epoca d'oro dei videogames, quella dei 16 bit? Andai nel mio negozio di fiducia e acquistai un gioco celebrato da tutte le riviste del settore, quel gioco portava il nome di F-Zero. Il primo impatto fu devastante, la grafica e il sonoro erano il top, ma la giocabilità, wow!! Era quella a farla da padrone, il gioco era ipnotico, avrò giocato mesi e mesi, senza abbandonarlo.

Il mitico primo F-Zero per Snes

Poi venne il turno di F-zero 64 uscito nel 1998, il gioco sfruttava la potenza del nuovo processore del Nintendo 64 ma la giocabilità rimaneva la stessa del predecessore, dunque un gameplay intuitivo e semplice ma infinitamente godibile. Infine, arrivarono le console con la potenza dei 128 bit, e con esse il carico dei milioni di poligoni e delle textures in alta risoluzione e ci furono tutte le carte in regola per l'uscita (2003) del capolavoro assoluto: F-Zero GX è semplicemente il miglior gioco di corse di tutti i tempi. Per carità, è una opinione personale e magari non condivisibile, ma cercherò di spiegare in breve ma efficacemente i motivi di questo mio giudizio affinché io non possa risultare folle ai più. Il gioco in questione è oggettivamente la più veloce e fluida simulazione di corsa mai realizzata. In F-Zero GX tutto, ma dico proprio tutto, si muove a velocità folle, dagli splendidi sfondi, che vi sembreranno usciti dai libri di William Gibson o Philip K.Dick, alle piste che si piegheranno e attorciglieranno in una danza impazzita. "Bene ma la giocabilità", mi obietterete voi? Nonostante l'incredibile velocità di ogni cosa voi rimarrete saldi alla cloche del vostro mezzo e il senso di controllo che avrete sarà impressionante. Insomma velocità e giocabilità infinite in un monumento videoludico che sarà scolpito in eterno nell'Olimpo dei videogames.









Ikaruga. Penso di finire questo articolo con il botto, semplicemente perchè mi accingo a presentarvi il più grande sparatutto di sempre, un'esperienza che secondo il sottoscritto va al di là del semplice diletto elettronico. Ikaruga uscì per Dreamcast nel 2002, quando la sfortunata Sega, aveva già fatto i conti con un fallimento immeritato, visto che la mai troppo rimpianta console presentava novità straordinarie per gli anni in cui era uscita (basti pensare all'introduzione del gioco online, e ragazzi si parla del 1998). Ikaruga che rappresentava dunque lo splendido canto del cigno della console Sega, ebbe un porting eccezionale nell'anno successivo per Gamecube nel 2003 che ne manteneva inalterate le straordinarie qualità. 
Ikaruga è uno sparatutto a scorrimento verticale, e quando parlo di sparatutto, non intendo parlare di un fps (visto che ormai sparatutto e first personal shooter sembrano essere ormai sinonimi nella pochezza videoludica attuale), ma di un genere nel quale gli ultratrentenni come me  ricorderanno capolavori come R-type, Raiden, Alpha Mission ecc. Il gioco mantiene dunque la tipica impostazione bidimensionale ma tutto il resto gode del restyling del XXI secolo: gli sfondi tridimensionali godono di accuratezza sbalorditiva e ogni dettaglio è artisticamente sopraffino. Anche i nemici sono realizzati con un carico straordinario di poligoni coperti con textures ottimamente definite. La cosa sorprendente è che tutto si muove con una fluidità eccezionale e il sonoro, composto da effetti ben realizzati e musiche sempre evocative, accompagna più che degnamente il videogiocatore nelle sue spettacolari scorribande aerospaziali.
Ma Ikaruga dicevo poc'anzi è molto di più di questo, come se il gioco fosse di più della semplice summa delle sue parti; insomma fino a qui, voi potreste dire, "si un bel gioco ma uguale a tanti altri", vi sbagliate ragazzi! Ikaruga dona un coinvolgimento emotivo eccezionale, trasmette una sensazione di essere "contro tutto e tutti" e l'approssimarsi di ogni scontro fortifica questa impressione di precarietà e di solitudine videoludica. L'approssimarsi di ogni scontro è anche la probabile approssimarsi della fine per la tua astronave, vista l'infernale difficoltà del gioco, un inferno dalla bellezza estetica inaudita; le azioni combinate e sincroniche dei tuoi nemici sono infatti difficilmente evitabili ma anche terribilmente belle a vedersi. Quale l'unico modo per opporsi alla fine di tutto? Ikaruga è il compimento del Tao in una esperienza videoludica: i tuoi nemici sono luce o tenebra, e tu hai la possibilità di "switchare" dalla luce all'oscurità e viceversa per essere distruttivo verso i tuoi opposti e impenetrabile ai tuoi simili. Ikaruga vive le sue arditezze sull'equilibrio precario o meglio sull'eterno conflitto degli opposti, conflitto che rappresenta anche la loro più inspiegabile e intima unione.

Alla prossima






























4 commenti:

sisominux ha detto...

Si chiama IKARUGA!!!!

Battousai78 ha detto...

Ho corretto Scusate per lo strafalcione!!

Takezokensei ha detto...

Ad ottobre dovrebbe uscire il remake in HD di Zelda: The Wind Waker per la Wii U!

Battousai78 ha detto...

Spero per la Nintendo che risvegli l'interesse della gente verso la Wii U